Vai al contenuto

“Sbagliando s’impara” non è solo un modo di dire

Sbagliando s’impara

“Sbagliando s’impara” non è solo un modo di dire. Questo è quello che potrebbe essere definito motivational post, e se lo pubblico è perché ho notato che ce ne è la necessità. Ultimamente ho sentito molti dire frasi come “non riesco a ricordarmi quello che studio”, “sbaglio sempre i vocaboli”, “faccio sempre gli stessi errori”. Gli studenti, anche i più brillanti, spesso si scoraggiano all’ennesimo errore.

Se anche voi fate parte di questa categoria, o avete bisogno di un incoraggiamento e qualche consiglio utile in più, continuate a leggere!

Faccio anche io parte del social Quora, dove rispondo a domande di vari utenti e faccio domande a mia volta. È un social niente male, dove si possono trovare informazioni interessanti sui temi più disparati. Io lo uso principalmente per rispondere a domande legate al mondo dell’apprendimento della lingua inglese.

Fatto sta che qualche tempo fa ho ricevuto una domanda molto generica: “Come imparo l’inglese? Ho sempre avuto problemi nell’apprendimento di questa lingua”. Qui sotto trovate parte della mia risposta.

Dopo aver inviato la risposta, mi sono fermata per riflettere: quanti altri studenti si scoraggiano, non riuscendo ad individuare le proprie difficoltà, e non portano avanti lo studio? Quanti si accontentano di un livello basso o mediocre pur di non scontrarsi con le proprie insufficienze?

Gli errori più comuni

Abbiamo già affrontato in una serie di articoli gli errori più comuni da evitare, quindi non andremo a preoccuparci di questi dettagli, per questa volta.

Vedremo invece, in tre sezioni distinte, gli errori che si affrontano e si superano man mano che si sale di livello nell’apprendimento della lingua.

Errori comuni per il livello beginner

Il primo scalino da salire quando si tratta di imparare una nuova lingua, in questo caso l’inglese, è il pensare nella propria. Molti studenti, approcciandosi alla lingua straniera, credono che funzioni più o meno come la propria madrelingua. Eppure, non c’è niente di più sbagliato.

Tradurre letteralmente, parola per parola, una frase dall’italiano ad una lingua straniera qualsiasi significa stravolgere il significato, sbagliare l’uso delle parole e rompere ogni schema di grammatica. Non cominciamo nemmeno, poi, con la questione delle espressioni e dei modi di dire che esistono in una lingua ma non hanno alcun senso in un’altra!

Errori comuni per il livello intermediate

Una volta che si superano i primi strafalcioni, si tratta di costruire il vocabolario, e molti cadono nella trappola dei false friends. È normale: si capisce buona parte della conversazione, si diventa un po’ più sicuri di sé nel parlare, si smette di cercare le parole sul vocabolario e… si finisce per dire pan per focaccia!

I false friends sono tutte quelle parole di una lingua che somigliano molto ad altre in italiano, ma che hanno in realtà un significato completamente diverso!

Errori comuni per il livello advanced

Arrivati a questo livello non si tratta più di correggere il proprio inglese, ma di saperlo raffinare. Saranno quindi tutte quelle piccolezze, spesso ignorate, a fare la vera differenza.

Per molti, l’imbarazzo cade sull’utilizzo delle preposizioni. Sono in tanti a sbagliare queste piccole parole, ma proprio su queste spesso si basa l’intero significato della frase. E se per alcune è ovvia la differenza, per altrettante bisogna essere in grado di fare uno sforzo in più.

Riconoscere i propri errori

Il segreto è imparare a riconoscere i propri errori. La domanda da farsi è: su cosa faccio più fatica? È forse la comprensione, piuttosto che la produzione di testi? Preferisco ascoltare piuttosto che parlare?

Come ho già scritto nell’articolo “10 consigli per studiare un lingua facilmente”, un punto importante da superare è ammazzare i propri punti deboli. Cosa significa? Significa concentrarsi su quelle abilità che sappiamo essere uno zoccolo duro per noi. Ad esempio, se si è consapevoli di non essere bravi nella lettura, bisognerebbe impegnarsi soprattutto su questa, finché non diventa un esercizio facile e scorrevole. Tutto questo dovrebbe essere fatto senza ignorare le altre abilità, ovviamente.

Vediamo alcuni dei punti deboli più comuni e come trasformarli in sciocchezze.

Leggere

Per assurdo, leggere è spesso un punto difficile per molti. Perché? La lettura è il primo approccio con la lingua che si possa avere a qualsiasi livello, perché non è indispensabile sapere esattamente quello che si legge o conoscere le parole scritte: basta leggere, ma bisogna saperlo fare correttamente! Ed è qui che si incagliano in molti. La paura di leggere in maniera ridicola, di sbagliare una pronuncia, di non saper rispettare la formazione della frase… tutte queste paure sono lecite e normali, ma non sono ostacoli troppo grandi da superare.

Ascoltare

Anche ascoltare sembra essere complicato per molti, perché richiede più attenzione del semplice sentire. Chi sa padroneggiare la skill del listening è in grado di destreggiarsi tra diverse pronunce, riconoscere modi di dire ed espressioni diverse, chiedere chiarimenti dove e quando necessario e portare avanti la conversazione in maniera corretta e secondo il registro posto.

Quindi anche ascoltare, nel vero senso della parola, è frutto di esercizio e tempo speso a migliorare. Ma i risultati, una volta raggiunti, ne valgono veramente la pena.

Abituarsi ai suoni

Infine, un altro zoccolo duro della lingua è abituarsi ai suoni diversi. Questa è un’abilità che deve essere acquisita il prima possibile. Prima ci si adegua ai suoni nuovi della lingua straniera, ad esempio la R inglese, molto diversa da quella italiana, e prima si potrà estirpare alla radice la brutta pronuncia maccheronica che chi non si è mai sforzato di migliorare possiede come marchio di fabbrica del turista maldestro.

Questo è un punto tipico di noi italiani: ci vergogniamo di imitare i suoni diversi. Le ragioni possono essere svariate, dal semplice imbarazzo o dall’orgoglio che spesso ho visto in molti dei miei studenti.

“Perché si legge in questa maniera se si scrive in un’altra? È stupido!” Ecco una domanda che mi sono sentita fare troppe volte. Ma il problema di fondo non era la pronuncia di una parola scritta in maniera diversa, quanto piuttosto la reticenza dello studente ad abbassare un po’ le difese, scendere dal piedistallo e cominciare a studiare una nuova lingua come dei bambini imparano nuove parole all’età di quattro anni.

Ma quali sono le vostre difficoltà? E soprattutto, come intendete superarle?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*