Ogni tanto capita sottomano un articolo del genere: cinque passi per imparare le lingue velocemente. Curiosi, clicchiamo per scoprire quali segreti ci vengono nascosti. E quasi sempre il commento con il quale usciamo dalla pagina è: “vabbè, grazie, potevo scriverlo anche io questo articolo!”.
Che cosa sto dicendo? Che l’articolo che segue cade in questa categoria?
Spero di no! Il titolo serviva per attirare l’attenzione dei pigroni! Il contenuto, invece, è un insieme di cinque ingredienti vitali, importantissimi, essenziali per imparare una qualsiasi lingua.
Questo articolo è stato preso da un video che ho guardato tempo fa su Skillshare, che trovate linkato su queste parole. Ne ho preso la struttura e ci ho aggiunto del mio. Quindi andate a vedervi anche il video! È in inglese, quindi potete considerarla una scusa per fare pratica nel listening! 😉
Un piccola premessa
Partiamo subito dicendo che mesi fa avevo pubblicato un altro articolo, che diceva più o meno così: “non pensate di poter imparare una lingua velocemente!” (Cliccate sul link per rileggerlo.)
Il senso dell’articolo era smontare tutti quei corsi che promettono di fare trasfusioni di lingua per endovena, facendo raggiungere ai propri studenti livelli altissimi in pochi giorni.
Mettiamo le cose in chiaro: quell’articolo è ancora valido. Quelle parole riflettono ancora il mio pensiero.
Ma allora perché in questo articolo vedremo cinque passi per imparare una lingua velocemente? Chiaramente, dobbiamo definire il concetto della parola “velocemente”.
È un concetto relativo. Chi vende corsi su corsi concepisce “velocemente” in termini di quantità: ventotto giorni, un mese, sei settimane. Il progresso e l’apprendimento, per loro, è quantificabile.
Noi vogliamo intendere questo concetto in termini di relatività. Vogliamo capire che ognuno di noi ha i suoi tempi e quelli deve rispettare se vuole un apprendimento omogeneo e costante.
I cinque passi per imparare le lingue velocemente
Ma vediamo allora questi famosi cinque punti.
Mentre leggete, isolate quello sul quale voi dovete lavorare, fate un’autoanalisi e rispondete alla domanda: “sto facendo del mio meglio o posso migliorare qualcosa?”.
Let’s go!
1. Ci serve la testa
La testa, oppure, come si dice nell’era moderna, il giusto mindset.
La domanda alla quale bisogna rispondere è: “perché voglio imparare una nuova lingua?”. La motivazione, o la risposta che ci diamo, può compromettere il risultato.
Ecco alcune delle motivazioni più comuni. Vi ritrovate in una di queste?
Migliorare la propria carriera:
- È dimostrato che ci conosce più lingue ha maggiori possibilità lavorative. Sono sempre di più i lavori che richiedono un livello alto di inglese, ancora meglio se si conosce anche una terza lingua!
- Inoltre, le statistiche dicono che chi è bilingue o poliglotta guadagna il 10-15% in più di chi conosce solo la propria lingua madre.
Migliorare la propria salute:
- Conoscere più lingue mantiene il cervello attivo e allenato a nuovi stimoli.
- Gli studi dimostrano che questo porta anche a ritardare o prevenire addirittura malattie come la demenza senile o l’Alzheimer.
Relazioni sociali più profonde:
- Non solo le lingue permettono di ampliare la propria sfera sociale, conoscendo persone di altre culture e riuscendo a comunicare anche con loro,
- Ma sono un vero e proprio biglietto per il mondo! Avete mai provato a viaggiare in un paese del quale conoscete la lingua e fare il confronto con un viaggio fatto in un paese dove non riuscivate a comunicare se non a gesti?
Aumentare la propria autostima:
- Inutile a dirlo, ma anche i minimi progressi in una lingua ci sollevano di dieci metri per volta!
- Quando poi arrivano i primi risultati, dal semplice ordinare qualcosa al bar al rispondere al telefono, è tutto in discesa.
Quale di queste ragioni vi parla al cuore? Ne avete altre? Condividetele in un commento all’articolo qui sotto!
2. Imparare le parole nel modo giusto
Cosa ci blocca nel nostro apprendimento? Si può studiare per secoli la grammatica, ma se non si ha un minimo di vocabolario si passerà tutta la vita sui dizionari!
Dobbiamo imparare a fregarcene degli errori.
- Sbagliando s’impara, e questo già lo si sa, ma quello che manca nella testa di uno studente di lingue è che non bisogna interessarsi di quello che gli altri potrebbero pensare di noi.
- Gli errori sono un processo naturale dell’apprendimento, perché anche da questi si riesce a ricordare e porre le basi per le volte seguenti.
Costruire un vocabolario nel modo giusto.
- Il 20% delle parole necessarie alla vita di tutti i giorni aiuteranno nell’80% delle conversazioni. Questa è detta la regola dell’80/20.
- Segnarsi una lista di parole da imparare e dividerle in un tot al giorno aiuterà nella costruzione del proprio vocabolario. Cominciate con 10 parole, poi passate a 20 e infine a 30. Nel giro di un anno avrete quasi 2000 parole nuove. Complimenti!
3. Il potere delle parole affini
In inglese le chiamano cognates. Sono quelle parole di lingue diverse che condividono però la stessa radice, origine o forma finale.
Ad esempio, il verbo italiano “mangiare” è affine al corrispettivo francese “manger”.
Attenzione! Qui non stiamo parlando dei false friends!
In che modo possono aiutarci le parole affini?
Sappiamo che molte lingue hanno un’origine, o una radice, in comune. Questo potrà aiutarci ad imparare nuove parole per associazione.
Facciamo un esempio: le parole inglesi nation, action e communication cosa hanno in comune tra di loro? Avrete sicuramente notato che finiscono tutte in -tion. E come vengono tradotte in italiano? Nazione, azione e comunicazione. Quest’ultime finiscono tutte in -zione. Dedurremo così che la maggioranza delle parole inglesi che finiscono in -tion hanno la traduzione italiana in -zione.
Ecco come funzionano le parole affini.
Ma ci sono altri modi per imparare i vocaboli in maniera passiva:
- cominciate a guardare serie tv nella lingua target, cominciando magari con dei sottotitoli in aiuto,
- attaccate post-it in giro per la casa, dando i nomi agli oggetti. Io lo feci quando stavo studiando gli oggetti in russo e posso dire che funziona!
- iniziate a tenere un diario (o perché no, un blog!) nella lingua target e scriveteci ogni giorno, facendo pratica.
4. Espandere il vocabolario
Le parole sono alla base della comunicazione, quindi è importante non smettere di ampliare il proprio vocabolario. Ma come ricordare le parole già imparate nel tempo?
- Prima di tutto, bisogna focalizzare il vocabolario. Cosa significa? Vuol dire adattare ciò che si vuole imparare alle proprie esigenze. Ad esempio, sto studiando l’inglese perché voglio trovare lavoro come infermiera in Inghilterra? Bene, mi serviranno tutta una serie di vocaboli riguardanti termini tecnici e medici che normalmente non vengono insegnati nei corsi. Concentriamoci quindi sulle nostre necessità in primis. Tutto il resto verrà di conseguenza.
- Un metodo utile per ricordare è la mnemonica. Molti ne avranno già sentito parlare. Per chi scopre questa parola per la prima volta, ecco la definizione: la mnemonica è l’insieme degli espedienti atti a facilitare, specialmente a scopo didattico, dati e nozioni. Cercate su Google quali potrebbero essere delle tecniche. La più famosa è sicuramente quella degli acronimi. Roy G. Biv, ad esempio, è un modo per ricordarsi i colori in inglese.
5. Verso l’infinito e oltre!
Gli stadi di apprendimento sono quattro.
- INCOMPETENZA INCONSCIA – non possiedo nessuna conoscenza e non lo so, o non mi è rilevante saperlo.
- INCOMPETENZA CONSCIA – osservo qualcuno (il mio insegnante, il mio compagno) e mi accorgo di capacità che io non possiedo.
- COMPETENZA CONSCIA – mi alleno imitando un modello, devo prestare molta attenzione per emularlo e raggiungere livelli accettabili.
- COMPETENZA INCONSCIA – ormai agisco senza nemmeno pensarci più e il mio apprendimento è diventato automatico.
Partiamo tutti dalla base e pian piano scaliamo la montagna della lingua straniera, con l’obiettivo ultimo di arrivare alla cima. Attenzione, però! Avete notato il punto 4? “L’apprendimento è diventato automatico” non significa che è concluso! Idealmente, non si finirà mai di imparare una lingua, nemmeno la nostra lingua madre.
Cosa può aiutarci a scalare la montagna?
- Un partner linguistico – qualcuno con cui confrontarci, allenarci e fare pratica. Non necessariamente qualcuno più bravo di noi; anche quando ci iscriviamo in palestra tra amici vogliamo qualcuno con cui chiacchierare tra un tapis roulant e un sollevamento pesi, non un trainer irraggiungibile.
- Language meetup – gli incontri linguistici che (finalmente) stanno sbarcando anche nelle città italiane. Se non ce ne sono di vicini, approfittate dei gruppi di scambio linguistico sui social.
- Lezioni online – meglio se a tu per tu con l’insegnante e disegnate sulle proprie esigenze, necessità e obiettivi. Guarda caso, ho aperto da poco la pagina del sito sui corsi online… Inviatemi una mail per richiedere informazioni o fissare la vostra prima lezione conoscitiva senza costo!