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I migliori romanzi della letteratura inglese e americana – parte 2: ritratto di società

Un nuovo capitolo della rubrica sulla Letteratura Inglese e Americana. Questa volta ci concentriamo sui migliori romanzi nel tema del ritratto della società, distopica o non.

Questo è un tema particolarmente caro agli autori, in quanto la letteratura è stata e sempre sarà uno tra gli strumenti principali per documentare la vita e i rapporti sociali in nuclei più o meno grandi.

Come nel primo articolo (il tema era donne scrittrici), vi consiglio la lettura di questi testi in lingua originale o con il testo a fronte, e vi lascio anche dei link alle mie edizioni preferite. Vi consiglio anche di seguire questa bacheca su Pinterest, dove salvo le migliori schede riassuntive con disegni e in lingua inglese dei grandi romanzi della Letteratura mondiale.

Siete pronti?

1984 (George Orwell, 1949)

Questo romanzo è uno dei miei libri preferiti in assoluto, nonché il primo che viene in mente a chiunque quando spunta fuori la parola “distopia”.

Scritto dal grandissimo George Orwell appena prima degli anni ‘50, viene immaginato un futuro crudele e totalitario in un mondo sotto il controllo del Grande Fratello (no, non il reality show).

È un libro senza pace né rivoluzione, che lascia la bocca secca e un forte senso di ingiustizia al lettore: da qui si dovrebbe capire quanto magistralmente sia stato scritto. Si riesce a vivere il senso di sfida del protagonista, così come la sua quotidianità e il suo terrore.

Dovrebbe essere un must read di chiunque e a tutte le età, in qualsiasi lingua lo si voglia leggere, perché porta inevitabilmente a pensare “è in questa direzione che stiamo andando?”.

Questa è al momento la mia edizione preferita.

LORD OF THE FLIES (William Golding, 1954)

I protagonisti di questo libro sono un gruppo di ragazzini britannici, bloccati su un’isola disabitata. Il racconto segue e descrive i loro tentativi di autogovernarsi e le conseguenze terrificanti.

Il tema principale è la società, riassunta nei ragazzini e nella perdita di ogni innocenza e candore, secondo una visione pessimistica, secondo la quale l’uomo è intrinsecamente malvagio.

È un romanzo che dovrebbe andare divorato.

ANIMAL FARM (George Orwell, 1945)

George Orwell merita una doppia menzione proprio perché la società distopica è uno dei suoi temi principali, il che lo rende quasi un esperto. Animal Farm è un romanzo allegorico, ambientato in una fattoria di animali che si ribellano al fattore e formano col tempo la loro tirannia, riproducendo e ricalcando la Rivoluzione Russa e l’era staliniana dell’Unione Sovietica.

Se anche non si riuscissero a coglierne le sfumature politiche e storiche, resta un romanzo di veloce ma intensa lettura. Il Time lo designò come uno dei cento migliori romanzi in lingua inglese, e io direi che questo titolo se lo è proprio meritato.

ATONEMENT (Ian McEwan, 2001)

Atonement, romanzo relativamente recente che è stato anche trasformato in film nel 2007 con i bravissimi attori Keira Knightley e James McAvoy, è una fotografia dai toni pallidi della seconda guerra mondiale.

Non lasciatevi distrarre dalla storia d’amore che fa da sfondo. Il romanzo parla di tutt’altro. Si affrontano vari temi, tra i quali le differenze tra classi sociali, la guerra, i rimorsi di coscienza e l’inganno della memoria.

È un romanzo che richiede di prendere le parti di uno dei personaggi o estraniarsi completamente dal giudizio su di essi.

In Inghilterra comprai questa copia ad un mercatino dell’usato per meno di due sterline.

DUBLINERS (James Joyce, 1922)

Più che un romanzo, questo è una raccolta di racconti, per la precisione quindici in totale, che vanno nell’insieme a descrivere una città, Dublino.

Anche Joyce non si risparmia nel descrivere i suoi personaggi mostrando la loro lenta caduta dei valori morali, sia per quanto riguarda la politica che la religione e la cultura.

Una copia squisita è questa, che fa un gran figurone nella mia libreria.

Menzioni speciali

  • A Clockwork Orange, di Anthony Burgess (1962). Nudo, crudo e con forti infiltrazioni della lingua russa, è diventato un must read probabilmente di più dopo l’uscita dell’omonimo film che ne hanno tratto.
  • Jude the Obscure, di Thomas Hardy (1895). Studiato in molti corsi di Letteratura nella università, offre una visione difficoltosa e spregiudicata, anche sotto il tema dell’attrazione e della sessualità dei tempi nei quali è ambientato.
  • The picture of Dorian Gray, di Oscar Wilde (1891). Non dovrebbe esserci bisogno di spiegazioni. Un libro tormentato, bellissimo (in tutti i sensi, ma soprattutto perché questo è uno dei temi) e dannatamente ipnotico.

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