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Quante parole devi sapere per essere fluente in inglese?

Ah, la fluency – che sogno! Ci perseguita, ci viene venduta come irraggiungibile, sbattuta in faccia da chi vuole vantarsi o venderci a tutti i costi corsi miracolosi, fatta passare per quantificabile o misurabile. Con quante persone devi parlare? Quante parole devi sapere? Quale accento devi ostentare? Quanti libri dei leggere?

Con questo articolo voglio sfatare un mito, rasserenare gli animi e smontare una tecnica di marketing dei “grandi insegnanti social” (insegnante social: colui che, senza qualifiche, esperienza o certificazioni, pretende di insegnarti l’inglese tramite i social e i suoi grandi numeri, facendoti sentire in colpa, travasando informazioni non veramente utili e costringendo a comprare i propri corsetti di basso valore). Get ready!

Cosa significa parlare una lingua fluentemente?

Ci sono due risposte a questa domanda: quella che ci viene venduta per farci sentire in colpa e quella che dovremmo stamparci sulla fronte per stare bene con noi stessi e il nostro processo di apprendimento linguistico.

La risposta sbagliata è: parlare una lingua fluentemente significa capire tutti quando parlano, saper discutere di qualsiasi argomento con una grande vastità di vocaboli, distinguere correttamente tutti gli accenti, non aver mai bisogno di dizionari o spiegazioni.

La risposta corretta è: la fluency dipende da diversi parametri e spesso e volentieri non è quantificabile. La fluency viene in diverse forme: uno studente può essere più versato nel reading e nel listening invece che nel writing o nello speaking. Il punto è: ogni skill dovrebbe essere considerata a sé stante, ma anche il concetto di skill, in questo caso, non dovrebbe limitarsi alle solite quattro.

Una persona fluente in senso generico però, perché è a questo obiettivo che molti giustamente puntano, è qualcuno in grado di affrontare conversazioni con madrelingua e non madrelingua in un contesto tranquillo e non ansioso, senza paura di chiedere spiegazioni quando necessario. Qualcuno che sa leggere e guardare una diversa varietà di input, dai podcast ai film, dai libri agli articoli di giornale. Qualcuno a proprio agio nella lingua straniera e nel suo processo di apprendimento linguistico, a conoscenza dei propri punti deboli e di forza.

Ma quando si tratta di definire questo concetto, molti si fermano all’argomento vocabulary:

  • “uso sempre le stesse parole”
  • “quante parole devo sapere per arrivare al livello successivo?”
  • “mi sento bloccat* dal punto di vista del vocabolario perché non mi vengono mai le parole”

Punto essenziale da comprendere: la fluency, il vocabolario e il passaggio di livello non dovrebbero venir quantificati per n. di parole conosciute!

I motivi per questo punto essenziale sono diversi:

  • una parola in inglese ha diversi significati in base al contesto (es: nail si traduce sia con unghia che con chiodo, e non è un caso su mille, anzi!)
  • una parola in inglese ha anche diverse forme grammaticali! (es: to nail significa fare centro, beccare, inchiodare e… anche un modo colorito per descrivere l’atto sessuale!)
  • non tutte le parole sono essenziali (dipende dal contesto, dalla persona che le impara e addirittura dall’area geografica! Un artista o imbianchino vorranno giustamente conoscere tutti i nomi di tutti i colori, ma ad una persona che al massimo deve decidere se indossare una maglia verde o rossa non serve conoscere il carminio e il turchese, am I right?)

Ma quindi, quante parole servono?

Ok, ok, vogliamo parlare di numeri. Anche dopo tutta la pappardella di prima? Parliamo di numeri!

Quando una mia studente si è confidata con me, dicendomi: “mi sento bloccata perché uso sempre le stesse parole”, le ho fatto fare un ragionamento che andava più o meno così:

  • quante parole usi in italiano ogni giorno, mese e anno? (spoiler: sempre le stesse)
  • conosci il loro equivalente in inglese?
  • sapevi che con 2000-3000 parole conosciute saresti in grado di affrontare il 90% delle conversazioni in lingua inglese? (boom!)

Ebbene sì: 2000-3000 parole, divise tra le aree semantiche più comuni (animali, vestiti, cibi, colori, parti del corpo, malattie, lavori, istruzione etc), sono tutto quello di cui abbiamo bisogno per affrontare quasi qualsiasi tema in lingua inglese. Soddisfatti?

E qui sta l’inghippo.

A cosa serve conoscere una lista di 3000 vocaboli, includendo magari anche i doppi e tripli significati, forme grammaticali e utilizzi, quando non si è in grado di aprire bocca per la paura o la vergogna di fare potenzialmente un errore?

Voglio lasciare qui questa domanda per far riflettere. Spesso ci si concentra su obiettivi quantificabili perché vogliamo sentirci bene, ma questi ci fanno perdere di vista il nostro vero obiettivo: arrivare a sentire propria una lingua straniera.

Nei miei corsi di gruppo l’obiettivo primario degli studenti è superare la paura di parlare, il mio è leggermente diverso: aiutare tutti a fare pace con il proprio apprendimento. Ognuno ha i suoi tempi, ognuno i suoi punti di forza e di debolezza. E va bene così: conoscendo una parola in meno, ma dimostrando più coraggio.

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