Alice è un’insegnante di inglese e language coach che ho conosciuto tramite i nostri contatti su instagram. L’ho contattata per una piccola collaborazione e ne è venuta fuori questa bella intervista, che non solo presenta la sua persona, ma aiuta anche noi a capire il ruolo del language coach, cosa è e cosa fa.
Buona lettura!
Ciao Alice! Presentati un po’!
Mi chiamo Alice e vivo nella bellissima Milano. Sono una grande amante dello studio, degli animali e dell’Inghilterra. Viaggio molto per amore: il mio fidanzato è un avvocato londinese. Nel tempo libero mi piace guardare serie TV, specialmente Suits, che racconta di avvocati americani, studiare inglese e passare del tempo con i miei genitori.
Sono ancora giovane, ma molto determinata e sicura delle mie capacità (fortunatamente!).
Raccontaci del tuo percorso di studi.
Ho frequentato il liceo delle scienze umane, che mi ha fatto appassionare alla filosofia, ma di lingua inglese non mi ha lasciato assolutamente nulla. Fortunatamente, però, mi è sempre piaciuto fare le cose da sola, imparare cose nuove e usare la tecnologia. Così ho iniziato a guardare video su YouTube in inglese. So che sembra cliché, ma è così che ho imparato la lingua. L’ho poi affinata con tecniche più precise, naturalmente!
Al momento frequento l’università di traduzione e interpretazione, dove studio inglese e russo. Il mio sogno è quello di fare l’interprete, la mediatrice, la traduttrice e insegnare inglese, magari anche qualcos’altro, chi lo sa, sono aperta a tutto!
Per quale motivo hai deciso di approcciarti al mondo dell’insegnamento delle lingue? Cosa ti ha spinto?
È stata una mia insegnante privata di inglese a ispirarmi. Anche lei italiana, mi ha fatto capire che non sempre i madrelingua sono i migliori, anzi. Quando insegno do l’anima, sono sempre pronta a incoraggiare e a consolare in momenti di sconforto. Questo perché so benissimo come ci si sente a non capire una regola, a sentirsi indietro, non compresi o, peggio, stupidi, senza speranza. Non è così, ed è questo che mi piace insegnare ai miei studenti. Mi piace accompagnarli in un percorso. Anche i pessimi professori sono una mia grande ispirazione: mi mostrato cosa non devo fare, cosa non devo e non voglio essere.
Sappiamo di te che sei una language coach. Che tipo di lavoro è? In cosa si differenzia da quello di insegnante?
Mi piace moltissimo la parola coach. Accostata a language ancora di più. Spiego brevemente come si differenzia da un’insegnante: non dobbiamo per forza fare lezione insieme, cioè una lezione in cui parliamo, vediamo vocaboli nuovi etc: il mio compito è quello di capire le necessità della persona, trovare le giuste risorse e insegnare ad usarle. Prima di tutto però, un language coach è un grande motivatore, serve a ricordare allo studente perché ha iniziato questo percorso e ad aiutarlo ad andare avanti, anche quando è più difficile.
Quali sono le difficoltà maggiori che incontri in questo lavoro? Come le superi?
A volte la difficoltà maggiore è proprio la motivazione degli studenti, che va e viene. Riesco però sempre a mostrare il lato positivo delle cose ai miei studenti e a far capire loro che, nei momenti più bui, l’importante è ricordarsi di accendere la luce. Ho imparato queste tecniche leggendo molto di psicologia. Direi che è questo il blocco più grande a volte, la motivazione un po’ carente. Mostrando però che volere è potere, la situazione migliora notevolmente.
Quali consigli vorresti dare agli studenti di inglese?
Ecco cosa vorrei dire agli studenti che leggono: non mollare, non ascoltare chi ti dice “ah ma io l’ho imparato in un mese l’inglese”. Ricorda il perché lo stai facendo e le grandi possibilità in più che potrai avere imparando la lingua.
Infine, una domanda classica: quali sono le tue lingue preferite e perché?
La mia preferita è assolutamente l’inglese! Non c’è un vero perché, forse perché è stata la prima lingua straniera ad avermi conquistata, forse la gente, forze l’Inghilterra, forse un misto.