Vado in Scozia!
Sono così emozionata all’idea di partire che mi girano un sacco di idee in testa a riguardo. Pioverà troppo? Mi piacerà? Sarà una realtà molto diversa da quella che mi aspetto?
Questo è il primo di una serie di articoli sulla Scozia che voglio scrivere basandomi sul mio viaggio di questo mese, quindi brace yourselves! Si parte!
Da brava turista millenial, parte della preparazione al viaggio è stata la creazione di una bacheca su Pinterest per ispirarmi. Sono sempre stata abituata a viaggiare in Inghilterra, Londra è la mia città del cuore, quindi avevo paura di non essere interamente preparata ad un giro della Scozia in dieci giorni. Perché? Perché sarebbe sbagliato dire che Inghilterra e Scozia sono più o meno la stessa cosa. Sarebbe la stessa cosa dire che tra Italia e Francia non ci sono poi tante differenze. Non si renderebbe giustizia a nessuna delle due.
Quindi mi sono informata leggendo la guida Lonely Planet, la mia preferita in assoluto, e spulciando articoli qua e là in internet. Ho stilato una lista di piatti da provare assolutamente, perché uno dei motivi principali per i quali viaggio è scoprire la cultura culinaria di altri paesi, ho individuato una serie di esperienze da non perdere e mi sono data alla pazza gioia. Mai come quest’anno ho avuto un tale bisogno di ferie!
Ecco tutto quello che dovrei sapere sulla Scozia, per prepararmi psicologicamente!
1. K-way piuttosto che ombrello
Sì, pioverà. Le previsioni sono brutali. Monitoro il meteo sopra la Scozia da qualche mese e mai una volta ho visto il sole, quindi non credo che cambierà nei prossimi giorni! Ma se si è abituati a preferire il Nord al Sud nelle destinazioni di viaggio come lo siamo io e mio marito, passare dai nostri 40º ai loro 18º previsti non è poi così grave. D’altra parte, abbiamo sempre preferito il freddo.
La cosa che mi ha sorpreso trovare su molti articoli di viaggio e sulla nostra guida è stato il consiglio di preferire il k-way all’ombrello. Perché? Perché pare che i venti delle isole e delle città scozzesi non perdonino! Sono così forti da far lacrimare gli occhi e rompere gli scheletri degli ombrellini da turisti.
Ci siamo comprati due ottimi k-way su Amazon, speriamo di non volare via!
2. Non si parla solo inglese
È vero che la Scozia fa parte del Regno Unito, ma non significa che l’inglese sia l’unica lingua parlata tra gli abitanti! Che poi, prima di tutto, bisogna abituarsi anche alla loro pronuncia! Noi italiani, abituati (o viziati?) alla pronuncia pulita e posh della regina Elizabeth, dobbiamo fare uno sforzo in più per capire perfettamente quando parla uno Scozzese vero!
Provate anche voi, con questa frase: “you’re looking a bit peely-wally”! Cosa significa? “Sembri un po’ stanco”! L’avreste mai capito al primo ascolto?
Poi bisogna dire che oltre all’inglese, lingua ufficiale, in Scozia si parla anche il Gaelico. Molti cartelli stradali sono infatti bilingue! Tuttora sono in 65mila a usare il Gaelico come madre lingua, nonostante si tentò nel XX secolo di sopprimerlo, imponendo l’inglese nelle scuole e università. Ad oggi si pubblicano giornali e libri in Gaelico e vengono messi in onda programmi radiofonici e televisivi in questa bellissima lingua!
3. Sembra che l’haggis sia buono…
Cosa è l’haggis? Prima di dirvi esattamente quali siano i suoi ingredienti, voglio presentarvelo come il simbolo della tradizione culinaria scozzese. A molti turisti potrebbe sembrare improponibile e io stessa so che avrò difficoltà ad affrontarlo ma ho promesso che lo farò. Chi è del posto giura che sia una prelibatezza!
Di cosa stiamo parlando nello specifico? È un insaccato. Ma non la nostra soppressa, no (già quella non mi piace per niente…)! L’haggis è un insaccato di interiora di pecora (cuore, polmone e fegato), macinate con cipolla, grasso di rognone e spezie varie, il tutto contenuto nello stesso stomaco della povera bestia dalla quale provengono le interiora!
Tradizione vuole che venga inciso e tagliato con una spada! Ok…
4. Keep to the left!
Non smetteremo mai di ripeterlo: keep to the left. Bisogna mantenersi a sinistra quando ci si muove sui marciapiedi nel Regno Unito! Non è ovviamente facile per noi che siamo abituati a guardare prima in una certa direzione quando si sta per attraversare la strada, ma bisognerà fare qualche sforzo in più per non rischiare di finire tra i piedi (o le ruote!) di qualche povero scozzese!
5. Il lancio del tronco è uno sport!
Ci credete?
Il lancio del tronco fa parte di quelli che vengono descritti come Highland Games, ed è forse il più rappresentativo! Pare che questo sport derivi da un’antica necessità di lanciare i ceppi al di là dei burroni (?).
Il tronco lanciato può arrivare a pesare anche 70kg, ma ciò che viene valutato non è la distanza, quanto piuttosto lo stile del lancio. Il concorrente deve lanciare il tronco in maniera tale che cada precisamente ad “ore 12”. Io farei fatica anche solo a sollevarlo, figuriamoci a lanciarlo!
6. Le isole sono un must see
Non è possibile fare un giro della Scozia senza considerare le isole! Panorami mozzafiato, scogliere sul mare, l’infinito all’orizzonte: dovrebbero essere motivi più che validi per visitare anche le isole scozzesi!
La più famosa tra tutte è l’isola di Skye, ed è fino a qui che noi ci spingeremo per limiti di tempo, ma ci trascorreremo due giorni interi!
Un’altra isola particolare è la “Pompei scozzese”, ovvero l’isola di Orkney, le cui casette neolitiche sono patrimonio dell’Unesco dal 1999.
7. Anche Edimburgo è stata costruita su sette colli
Cosa hanno in comune Roma ed Edimburgo? Sette colli!
Pare che le colline scozzesi siano in verità molte di più, ma sette sono quelle considerate importanti e degne di titolo. Qualche curiosità a riguardo?
Una di loro, la più famosa Castle Rock, era una volta un vulcano attivo. Cominciarono a costruire la città di Edimburgo proprio da questa.
Calton Hill rientra invece nel territorio del patrimonio dell’Unesco.
Arthur’s Seat, invece, è chiamata così perché pare che proprio in quel punto si trovasse la famosa Camelot, legata alle leggende del re Artù. Per i meno sognatori, invece, è solo una storpiatura del nome Archers’ Seat. A chi preferite credere voi?
8. Robbie Burns Day
Chiamata anche “la cena di Robbie Burns”, non è altro che la celebrazione della vita e delle opere del poeta Robert Burns. Si festeggia il 25 gennaio, giorno della sua nascita.
La cena può essere formale o informale, poco importa, ma un ingrediente indispensabile è l’haggis. Viene bevuto del whisky scozzese e recitata una poesia.
La cosa divertente? Robert Burns dedicò una poesia proprio all’haggis, intitolata “Address to a haggis”.
Ecco quindi alcune curiosità da sapere prima di partire per la Scozia! Che dire? Sono più pronta che mai! E voi, dove andate/siete andati di bello questa estate?
Colgo l’occasione anche per ricordarvi di iscrivervi alla newsletter perché durante il mio viaggio prenderò appunti e scriverò una piccola guida basata sul nostro itinerario. Ve la invierò, se tutto andrà bene, con la newsletter di settembre.
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